Periodo di prova, quanto dura e a cosa serve questo patto professionale?

Chi inizia una nuova esperienza professionale, molto probabilmente, deve affrontare un periodo in cui si approfondiscono le mansioni e gli impegni. Questo è un tempo di prova utile anche al datore di lavoro che può valutare le competenze.

periodo di prova

Il patto o periodo di prova è un istituto del diritto del lavoro italiano attraverso il quale si determina un lasso di tempo in cui entrambe le parti – datore di lavoro e potenziale dipendente – possono conoscersi e approfondire le affinità.

Difficile immaginare un contratto con relativa assunzione senza aver prima saggiato vari aspetti della futura relazione. Chi presta un servizio, infatti, vuole conoscere l’ambiente di lavoro, le attività da svolgere e gli impegni richiesti.

D’altro canto il proprietario dell’azienda o l’imprenditore ha bisogno di certezze: la persona che sto per assumere risponde alle necessità dell’impiego? Può aiutarmi veramente a ottenere ciò che serve alla mia attività?

Ecco perché il periodo di prova diventa determinante. Di cosa si tratta? Ti lascio un approfondimento dedicato proprio a questo tema.

Cos’è il periodo di prova, definizione

Il patto di prova è un arco temporale che precede il contratto di lavoro definitivo tra le parti. L’assunzione è subordinata al buon esito del periodo che viene utilizzato come una sorta di test, un banco di prova sul quale vengono esplorati diversi aspetti della relazione professionale. L’obiettivo è quello di valutare a vicenda l’affinità del rapporto.

Grazie al periodo di prova sia l’impiegato che il datore di lavoro possono testarsi reciprocamente. Per poi capire se c’è compatibilità e convenienza da entrambe le parti e affrontare con maggior serenità e sicurezza un contratto di lavoro più duraturo.

In buona sintesi, il periodo di prova serve a capire se la persona da assumere fa veramente a caso dell’impresa e se quest’ultima è adatta a chi sta cercando lavoro.

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Quali sono i criteri di validità per il patto?

Per considerarlo valido, il patto di prova non può essere definito solo a voce ma deve trovar spazio per iscritto nel contratto individuale di lavoro.

Tutto questo necessita di essere confermato prima dell’inizio dell’attività o in un momento contestuale. Altrimenti non è considerato valido a norma di legge. Inoltre il periodo di prova può essere attivato anche per contratti part-time e apprendistato.

A cosa serve il patto di prova, quale scopo

L’obiettivo è quello di evitare ripercussioni sull’equilibrio lavorativo delle parti. L’imprenditore ha il diritto/dovere di assumere una persona in grado di integrarsi.

Lo stesso vale per il dipendente: non può e non deve accettare le condizioni che al momento in cui inizia la sua esperienza sono completamente inconsistenti.

Il periodo di prova permette di limitare incomprensioni, cause di lavoro e altre ripercussioni spiacevoli. Al termine del tempo stabilito si può decidere se procedere o meno con il contratto ed entrambe le parti hanno la facoltà di accettare o declinare.

Quanto può durare questo periodo di prova?

Dipende dal contratto collettivo di lavoro, non esiste un tempo uguale in tutti i casi. Comunque, il patto di prova non può superare i 6 mesi e deve essere sempre retribuito. Nello specifico, il patto di prova regolato dall’art. 2096 del Codice Civile:

“Non può essere stipulato per un periodo maggiore di 3 mesi, per gli impiegati senza funzioni direttive, ovvero quello previsto dalla disciplina sindacale, comunque non superiore a 6 mesi”.

Wikipedia

Inoltre, anche se è possibile licenziare senza preavviso il dipendente, in questa fase devono essere dimostrate una serie di opzioni. Come, ad esempio, l’aver permesso al dipendente di apprendere ed esercitare le mansioni da svolgere.

Si maturano tutti i privilegi durante la prova?

Sì, all’interno del periodo di prova si conteggiano anche tredicesima e ferie, in sintesi tutto ciò che di diritto spetta al lavoratore dipendente. Se alla fine del patto di prova entrambe le parti sono concordi nel proseguire il lavoro si procede con la firma.

A questo punto si definisce il contratto e i tempi trascorsi in questa prima fase lavorativa vengono inseriti nel computo dell’anzianità. Ricorda che i giorni si contano enumerando quelli che corrispondono al lavoro effettivo e non seguendo il calendario.

Così come il trattamento di fine rapporto o le ferie, il periodo di prova è un diritto del lavoratore ma anche di chi offre un contratto. E durante questo periodo, che deve essere limitato, valgono tutti i diritti e i doveri: efficienza sul lavoro, rispetto degli orari, retribuzione, assicurazione e riposo.

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Silvio Parisella

Sono un agente finanziario specialist inscritto all'albo OAM A4128. Mi occupo di prestiti dal 2005 con particolare attenzione al comparto sanità. Ho finanziato migliaia di medici, infermieri presenti in tutta Italia attraverso i prodotti di Prexta S.p.A. Gruppo Bancario Mediolanum. I contenuti e le opinioni eventualmente espresse all’interno di questo blog non rappresentano né corrispondono necessariamente al punto di vista dell’Azienda per cui lavoro.
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