Come chiedere prestiti con partita IVA

Ci sono una serie di vantaggi per chi vuole chiedere un prestito o un finanziamento avendo alle spalle un contratto di lavoro o una pensione. Ma cosa accade a chi, invece, è un libero professionista? Ecco cosa devi sapere per procedere senza indugi.

chiedere un prestito con partita IVA

Chi deve chiedere un prestito con partita IVA non può procedere senza un’attenta valutazione della propria condizione. Infatti, c’è una netta differenza tra libero professionista e dipendente. Soprattutto se è operativo nel settore statale.

A quest’ultimo sono rivolti una serie di servizi finanziari per ottenere prestiti vantaggiosi e con procedure di restituzione differenti. Pensa, ad esempio, alla cessione del quinto: è una forma di prestito rivolta a chi ha contratto di lavoro e busta paga.

Anche l’anticipo del TFR è un dispositivo dedicato a chi presenta un percorso lavorativo come dipendente. A primo impatto sembra che non ci siano grandi margini di manovra per chiedere un prestito con partita IVA. In realtà non è così: ecco cosa devi sapere per ottenere un finanziamento adeguato alle tue necessità.

Difficile chiedere prestito con partita IVA?

Questo è il primo punto da risolvere: per quale motivo è così difficile ottenere un finanziamento se hai la partita IVA? Anche se sei un professionista con un buon fatturato rischi di avere qualche problema in fase di richiesta, ma perché?

Semplice, le società finanziarie e le banche hanno bisogno di garanzie. E un dipendente con contratto di lavoro, magari a tempo indeterminato e con impiego statale, offre esattamente questo. Vale a dire sicurezza del reddito mensile.

Uno stipendio, anche basso, è certo e costante nel tempo. In realtà la condizione attuale è particolare perché il mondo del lavoro cambia senza preavviso.

Ciò significa che i contratti sicuri sono più rari, quindi il mondo dei finanziamenti deve adeguarsi e prevedere una buona gamma di prestiti per liberi professionisti e imprenditori con partita IVA ordinaria, forfettaria o regime dei minimi.

Da leggere: differenza tra cessione del quinto e prestito

Prestiti personali per lavoratori autonomi

Chiedere un finanziamento con partita IVA è possibile grazie a un prodotto finanziario sempre presente e già noto: il prestito personale. Questa soluzione, infatti, permette di ottenere liquidità a prescindere dal tipo di condizione fiscale. La condizione essenziale?

chiedere un prestito con partita IVA

Dimostrare solidità economica e dare garanzie di restituzione. Per questo è necessario procedere con una serie di accertamenti utili a confermare l’erogazione del dovuto.

Dichiarazione dei redditi

Sei un libero professionista e hai bisogno di un prestito? Lo puoi chiedere ma devi dimostrare la capacità di generare reddito per restituire capitale con interessi.

Per questo banche e finanziarie chiedono la dichiarazione dei redditi. Ciò può avvenire attraverso il 730 o la certificazione unica che include il lavoro autonomo.

Firma di un garante

In alcuni casi la dichiarazione dei redditi – soprattutto quando non è molto solida – è insufficiente a coprire la richiesta del prestito personale per partita IVA.

Ecco perché può essere necessaria la firma di un garante, anche un familiare o un conoscente, in grado di coprire la richiesta per dare sicurezza alla finanziaria. In questi casi parliamo di fideiussione, che secondo l’Art.1936 del codice civile:

«È fideiussore colui che, obbligandosi personalmente verso il creditore, garantisce (promessa unilaterale) l’adempimento di un’obbligazione altrui. La fideiussione è efficace anche se il debitore non ne ha conoscenza.»

La firma del garante può essere necessaria, nonostante un reddito accettabile, quando si chiede un prestito con partita IVA appena aperta o magari quando si ha avuto una segnalazione al CRIF come cattivo pagatore. Ovvero nel momento in cui la finanziaria non ha ancora massima fiducia nella capacità di restituire il debito con gli interessi.

Altre forme di garanzia

Ci sono altre soluzioni per garantire un prestito con partita IVA: si possono usare prodotti finanziari come le azioni oppure si definisce l’ipoteca su un immobile.

Tutto questo senza dimenticare che esistono diverse politiche di fondi statali e tassi agevolati per garantire piccole e medie imprese di fronte alla richiesta di un prestito.

Quali sono i prestiti esclusi a freelance?

Semplice, la risposta riguarda la natura stessa del tipo di lavoro svolto: la cessione del quinto dello stipendio. Proprio perché manca quest’ultimo elemento, il salario mensile, non c’è la possibilità di effettuare un finanziamento del genere.

Che sotto un certo punto di vista è molto vantaggioso perché esonera il debitore da una serie di problemi e obblighi: la rata mensile – composta da interesse e capitale chiesto alla finanziaria – viene estrapolata a monte dallo stipendio.

Questo meccanismo di sicurezza permette di chiedere prestiti consistenti da spalmare per periodi abbastanza lunghi. E vale anche per la cessione del quinto della pensione.

Da leggere: estinguere una cessione con il TFR

Cerchi un prestito per partita IVA?

Come puoi ben capire, i prestiti per autonomi – e quindi tutte le attività che rientrano nelle diciture di liberi professionisti, freelance, ditta individuale, Sas, partite IVA, Snc, commercianti, artigiani – restano un campo delicato perché manca un salario fisso che può fare da garanzia. Vuoi maggiori informazioni su questo argomento?

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Prestiti e cessioni

Silvio Parisella

Sono un agente finanziario specialist inscritto all'albo OAM A4128. Mi occupo di prestiti dal 2005 con particolare attenzione al comparto sanità. Ho finanziato migliaia di medici, infermieri presenti in tutta Italia attraverso i prodotti di Prexta S.p.A. Gruppo Bancario Mediolanum. I contenuti e le opinioni eventualmente espresse all’interno di questo blog non rappresentano né corrispondono necessariamente al punto di vista dell’Azienda per cui lavoro.
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