Il datore di lavoro può rifiutare l’anticipo TFR? E con il TFS, invece?

Molti dipendenti contano proprio sull'anticipo del trattamento di fine rapporto per avere una somma extra da utilizzare per coronare un sogno o portare a termine un progetto. Ma questo beneficio può essere anche negato? Cosa accade al TFS?

anticipo TFR rifiutato

Questo è uno dei casi che rischia di mettere in crisi i piani di chi punta sul trattamento di fine rapporto anticipato per avere una somma extra da usare per i propri lavori e per i progetti in cantiere. L’anticipo TFR rifiutato è una possibilità che deve essere messa in conto se non si rispettano determinate regole ben chiare, definite a monte.

Noi sappiamo che il trattamento di fine rapporto è una somma maturata nel corso degli anni e che spetta al dipendente aziendale con regolare contratto che viene elargita – come suggerisce il nome – alla fine del rapporto di lavoro. Per il TFS, invece, parliamo sempre di una somma da erogare al dipendente pubblico e statale.

In questo caso è l’ente previdenziale a occuparsi della somma da stornare a fine rapporto. Ma è possibile avere problemi con un incasso prima dei tempi giusti? L’anticipo TFR rifiutato è un’eventualità reale? Ecco cosa devi sapere.

L’azienda può rifiutare il TFR?

Solo in determinati casi. Nello specifico, sappiamo che il TFR (ecco dove si trova in busta paga) è un diritto del lavoratore dipendente a tempo determinato e indeterminato. E che non può rifiutarsi a meno che non si presentino determinate condizioni ben precise ed espresse dall’articolo 2120 del Codice Civile.

Da leggere: come anticipare la tredicesima 

Anni di prestazione servizio in azienda

Non è concesso anticipo del trattamento di fine rapporto se non c’è costanza di lavoro presso la stessa azienda. Nello specifico, bisogna aver maturato un minimo di otto anni di contributi pari all’importo della retribuzione dovuta per l’anno in vigore divisa per 13,5. Solo in questo caso è concesso l’anticipo del trattamento di fine rapporto.

Numero di richieste sollevate

Il datore di lavoro può rifiutarsi di anticipare il TFR nel momento in cui viene effettuata una seconda richiesta. Questa somma può essere ottenuta solo una volta nel corso del rapporto lavorativo. Una volta incassata non si può fare nuova domanda.

Altri dipendenti hanno chiesto l’anticipo

L’anticipo TFR rifiutato è, spesso, collegato a un aspetto della norma che esonera il datore di lavoro a proseguire, all’infinito, a queste domande. Nello specifico:

Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo, di cui al precedente comma, e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti.

Ciò significa che le piccole imprese con meno di 25 dipendenti non sono obbligate a dare anticipo del trattamento di fine rapporto perché il 4% è inferiore all’unità.

Quindi, ci sono delle condizioni in cui l’azienda può rifiutare l’anticipo di TFR a norma di legge ed evitare ricorsi da parte del dipendente. Che diversamente ha pieno diritto a ricevere questa somma. Che non può andare oltre il 70% del totale. Questo significa che, in ogni caso, non puoi ottenere tutta la somma del trattamento di fine rapporto.

Anticipo TFR e assenza di requisiti

In alcuni casi il dipendente, semplicemente, non ha diritto a esigere il trattamento di fine rapporto. Questo dipende dal motivo per cui si chiede l’anticipo. L’articolo citato, infatti, sottolinea che si può ottenere questo benefit per spese sanitarie straordinarie nelle strutture pubbliche o per comprare prima casa per sé e per i propri figli.

La legge n. 53 del 2000 prevede altri due motivi che costringono l’azienda a dare l’anticipo per giustificato motivo: sostegno delle spese durante l’astensione facoltativa per maternità e nei congedi per la formazione extra-lavorativa o per la formazione continua. In questi casi il datore di lavoro è costretto ad anticipare.

Cosa avviene, invece, con il TFS?

A differenza del TFR, il TFS viene anticipato a fine attività lavorativa ai dipendenti pubblici e statali che hanno diritto alla liquidazione. Questa somma può essere erogata subito, senza attendere i tempi dell’ente pensionistico. Non ci sono limiti – si può chiedere anche il 100% della somma – a patto che non superi i 45.000 euro.

L’indennità di fine servizio viene erogato dall’ente previdenziale ma gestito da un istituto creditizio come una banca o una finanziaria che consente di consegnare l’intera somma al dipendente pubblico in pensione. Possono esserci delle condizioni in cui questo passaggio non viene sbloccato e si rifiuta l’anticipo del TFS?

Esclusi i casi in cui c’è un’assenza del diritto da parte del dipendente di accedere a questo benefit, il problema potrebbe essere l’iscrizione al registro dei cattivi pagatori.

Da leggere: come si calcola la pensione?

Vuoi ricevere l’anticipo del TFS?

La procedura può essere richiesta in banca o presso una finanziaria ma è chiaro che prima di procedere bisogna valutare una serie di condizioni relative alla propria situazione. Vuoi informazioni? Contattaci per avere maggiori indicazioni.

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Silvio Parisella

Sono un agente finanziario e business coach. Mi occupo di prestiti dal 2006, mi sono specializzato nel prodotto cessione del quinto per dipendenti e pensionati. Ho finanziato migliaia di clienti in tutta Italia.
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